la compagnia

Renata Sheppard

2016 - in house

coreographer

Renata Sheppard (1982) è un’artista multimediale che ha sviluppato la sua carriera negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

Ha conseguito il Master of Fine Arts in “Dance Performance and Choreography” presso la University of Illinois at Urbana-Champaign, specializzandosi in tecnologia, cinema e interattivitá, ottenendo inoltre il “Laban Movement Analysis Certificate” presso il Laban Bartenieff Institute of Movement Studies a New York.

È stata Fulbright Scholar, Henry Luce Scholar, Kate Neal Kinley Fellow, ricevendo inoltre supporto artistico dall’Ambasciata americana.

È riconosciuta a livello internazionale per le sue metodologie innovative che uniscono la danza a diverse discipline, creando opere per il palcoscenico, per lo schermo e per performance site-specific lineari e interattive. I suoi lavori sono il riflesso di un percorso che unisce creatività e innovazione, con particolare attenzione rivolta all’audience development e alla creazione di un futuro sostenibile per l’arte.

Cittadina americana e italiana, al momento risiede tra gli Stati Uniti e l’Italia dove insegna, crea nuove opere e sviluppa progetti. Ha presentato i suoi lavori e ricerche in Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Tunisia, India, Taiwan, Corea del Sud, Australia, Canada e negli Stati Uniti. É stata invitata come coreografa e insegnante a New York presso la New School of Media, Culture Hub/La Mama, e Dance Omi; in Chicago per DanceBridge, Links Hall e l’Art Institute di Chicago; Bogliasco Foundation (Italia/New York), Summer Stages Dance (Boston), Planet Arts eXchange, Chinese Culture University (Taiwan), Seoul Institute of the Arts e European Video Dance Heritage, dove ha presentato il suo film al Museo Reina Sofia di Madrid.

E’ fondatrice e direttrice artistica di Experimental Film Virginia, evento che ospita artisti da tutto il mondo con l’obiettivo di definire nuovi linguaggi della sperimentazione cinematografica attraverso l’interazione tra danza, spazio e suono.

Renata considera i propri lavori performativi come ‘sculture viventi’, una collezione di ingredienti coreografici raccolti grazie a un’indagine che ri-contestualizza e giustappone luce, corpo, materiale, architettura.