Stagione 2018/2019

Labile pangea/Primitiva

02-03-2019 21:00

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I PARTE

LABILE PANGEA

coreografia Manfredi Perego
interpreti Lucas Delfino, Maxime Freixas, Chiara Montalbani
musica Paolo Codognola
luci Giovanni Garbo
costumi Emanuele Serrecchia
produzione TIR Danza / MP.ideograms
con il sostegno del Fondo Regionale per la Danza Emilia-Romagna, Anticorpi – Rete di Festival Rassegne e Residenze Creative dell’Emilia Romagna, Fondazione i Teatri di Reggio Emilia, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
in collaborazione con il Centro Nazionale di Produzione della danza Scenario Pubblico/CZD, Fondazione Teatro Due di Parma
Progetto vincitore del Premio GD’A Giovane Danza d’Autore dell’Emilia Romagna 2017

“labile tentativo
corpo pangea,
l’io sconfitto”


Potenza e fragilità: Labile Pangea racchiude il suo più intimo significato nel bisogno di vivere questo contrasto. Potente come tutte le terre emerse assieme, come l’uomo nel momento in cui è attraversato dalla sensazione di invincibilità che lo accompagna per alcuni istanti, fragile come l’illusione di poter tenere tutto saldamente unito, sconfitto dal tempo che scorre senza accorgersi di noi. Il rapporto fuori controllo tra questi due stati d’animo stride nell’inconscio. La follia e la quiete si alternano nel corpo che diventa la geografia del contrasto.

Labile Pangea è una riflessione sulla precarietà e su quel senso di instabilità perpetua dentro il quale scivola la nostra esistenza.

 

II PARTE

PRIMITIVA

origine di 
impulsi sconosciuti
creati da noi

coreografia e interprete Manfredi Perego
musica Paolo Codognola
luci Giovanni Garbo
in collaborazione con Centro Nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico CZD, Teatro delle Briciole/Solares Fondazione delle Arti, MP.ideograms, ResiDance XL
Artista Associato presso il Centro Nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico/CZD

Primitiva nasce da una ricerca incentrata su elementi primari che abitano la corporeità: è un viaggio mnemonico all’interno della più antica percezione di sé, quella animalesca e al contempo impulsiva e fragile. La coreografia è anche utopia. L’utopia di ricollegarsi e riscoprire l’origine di impulsi sconosciuti da noi creati, con tutto il timore che ne consegue nel percepire sottopelle una natura che non sapevamo abitarci, o che, forse, abbiamo solo intuito.
Per poter giungere alla parte originaria e autentica, la ricerca richiama una temporalità lontana residente in noi stessi e il collegamento con memorie primarie, strettamente connesse con il luogo che ospita il corpo.
Un ambiente in continua, ma lenta modifica, generato da un tempo autonomo non controllabile o modificabile dall’uomo.

Il progetto Primitiva si articola in tre capitoli, due di ricerca condotta attraverso gruppi di persone, e uno di sintesi in forma di solo.