la compagnia

 

APPUNTI PER UNA DIREZIONE CONDIVISA

 

Nei suoi anni di attività, il BTT – Balletto Teatro di Torino ha girato il mondo con successo, portando con sé la propria passione, facendo confluire con audacia nel proprio processo creativo entità apparentemente distanti, messaggere di una mescolanza da cui prende vigore l’attualità della compagnia.

Una catena di relazioni, di respiri, di dediche: l’attività progettuale del BTT è densa, compatta, tende in direzioni inaspettate. Accoglie l’avvenire, tra esperienze umane e sociali, praticando instancabilmente il tempo della reciprocità e della curiosità.

Un costante allenamento dello sguardo verso il mondo, attenti ai dettagli e alla cornice che diffida delle imposizioni e si nutre di risvegli.

Tante biografie per una storia collettiva con la consapevolezza di lavorare al fianco di persone che condividono fervore, vitalità e slanci non riciclati.

Un intreccio tra indigeni e forestieri in grado di agitare le nostre acque creando una comunità che scorre, che si modella e cambia forma in continuazione e che non perde mai di vista l’analisi del contesto in cui opera.

Si danza verso gli altri, creando un ritmo che si alterna tra intimità e distanza per creare paesaggi ampi, non uno spazio di passaggio, ma una casa comune dove sperimentare e allevare il pensiero, il modo di percepire e di percepirsi e non una ricerca sul consenso insieme agli artisti che incontrano le nostre progettualità ma una tensione costante verso il rischio per quello che non si conosce ancora. Una vocazione incline all’osare insieme e a custodire passioni sensibili.

L’irrinunciabile aspetto produttivo della compagnia si completa abbracciando quello distributivo della circuitazione, moltiplicando così le possibilità, i luoghi per costruire comunità e per sperimentare.

BTT è spazio per noi, spazio per chi ci circonda: un cuore che pulsa, che crea nuove geografie, nuovi legami. In espansione, verso nuove prospettive.

In attento ascolto – sempre – nel mondo.

 

Messa in Gioco: dove il Corpo inventa la Libertà

La tematica scelta per il triennio trova nel concetto di gioco un terreno fertile per esplorare nuovi linguaggi, pratiche e relazioni. Il termine gioco si apre a una duplice interpretazione: da un lato play, che evoca leggerezza, spontaneità e il piacere del suonare; dall’altro, la messa in gioco, che richiama esposizione, rischio e sfida. Questo duplice significato diventa un ponte per indagare i confini tra libertà creativa e disciplina strutturata.

In questa prospettiva, il gioco non è semplicemente un passatempo o una fuga dalla realtà, ma un esercizio etico e filosofico che coinvolge corpo, mente e spirito. Come ogni gioco, anche questo ha le sue regole: codici condivisi che delimitano uno spazio di possibilità, dove la libertà prende forma proprio attraverso la disciplina. È in questo spazio – tra la tensione del rispetto delle regole e l’esplorazione delle loro trasgressioni – che si anima il motore di una ricerca artistica instancabile e vitale.

Il gioco, dunque, non è mai superficiale. È un atto di relazione, che si alimenta della dinamica del gruppo e della capacità di costruire un dialogo condiviso. La nostra ricerca, nella sua essenza, è un vero e proprio gioco di squadra: il corpo del singolo si intreccia con quello degli altri, dando vita a una trama collettiva in cui la profondità si manifesta nel saper giocare insieme. In questa dimensione condivisa, la leggerezza non è mai banale, ma si rivela come un atto consapevole: un equilibrio tra l’intenzionalità del gesto e l’apertura all’imprevisto.

Dal punto di vista filosofico, il gioco si configura come un esercizio di libertà nel rispetto dell’altro. 

È un’esperienza etica in cui ogni interprete e ogni autore o autrice é invitato a mettersi alla prova non solo come artista, ma come essere umano, portando con sé la propria biografia, il proprio bagaglio di vissuti, emozioni e scoperte. In questa messa in gioco risiede una profonda responsabilità: accogliere l’incertezza e trasformarla in un gesto significativo.

Il gioco, infine, è anche creazione di spazi di immaginazione. Come nella musica, play evoca il gesto del suonare, nel dare vita a qualcosa di nuovo. Lo studio e la sperimentazione, attraverso il gioco, diventano una composizione in tempo reale, un’arte che si riscrive continuamente e che invita il pubblico non solo a osservare, ma a partecipare, a essere parte integrante di quel gioco.

Un equilibrio dinamico tra leggerezza e profondità, disciplina e libertà, regole e improvvisazione. Un terreno d’incontro tra etica ed estetica, che si traduce in un invito a riflettere su cosa significhi davvero giocare, non solo con il corpo, ma con le infinite possibilità offerte dai linguaggi del contemporaneo.

 

Viola Scaglione, Direttrice artistica BTT


Identity Concept

BRINGING VIRTUOSIC TECHNIQUE AND DISCIPLINE TO MORE EXPERIMENTAL DANCE EXPERIENCES.

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